Ieri sera sono andata a vedere Vivere, il nuovo film di Francesca Archibugi, e devo dire che anche se la critica non è stata molto “buona” con il film, a me non è dispiaciuto. Devo ammettere che ho apprezzato molto l’Archibugi con i suoi delicati Mignon è partita (1988) e Il grande cocomero (1993), piccoli gioielli del cinema italiano di quegli anni, che denotano una sensibilità non comune nell’approcciarsi con le problematiche piccole e grandi dell’adolescenza. Anche i più recenti Questione di cuore (2008) e il remake del francese Il nome del figlio (2015) li ho graditi, sempre per la loro sensibilità, per la scelta degli attori, che sono sempre azzeccati nel ruolo. Mi piace il suo modo di fare regia, che accompagna l’attore ed è in grado di cogliere anche la più piccola delle espressioni, senza essere troppo invadente. Ma torniamo a noi, Vivere! Tu l’hai già visto? Ti racconto un minimo di trama senza svelarti più di tanto.
Susi, interpretata da Micaela Ramazzotti (Il nome del figlio; La pazza gioia; La tenerezza), e Luca, interpretato da Adriano Giannini (Per amor vostro; Il colore nascosto delle cose), hanno una figlia, Lucilla, che soffre di frequenti attacchi d’asma. Susi è un’insegnante di danza per signore che vogliono perdere qualche chilo, Luca è giornalista freelance, con il “debole” per le donne. I tre vivono una vita di insicurezze, di disillusioni, di sapere e non sapere, cercano un equilibrio nel quotidiano per rimanere insieme, con grandi sforzi da parte di Susi, stressata, frenetica e un po’ sopra le righe, ma che in ogni modo riesce a mandare avanti la famiglia praticamente da sola. Le cose si complicano con l’arrivo della giovane tata irlandese. L’intreccio dei tre si svolge sotto l’occhio attento del vicino particolare, interpretato da Marcello Fonte (Dogman), che incuriosisce e crea timore per il suo modo di comportarsi e il suo apparire. Un film sulla vita di coppia che cammina sul filo del rasoio ogni giorno senza mai sconfinare nella fine del rapporto.
Gli attori sono tutti bravi, tra l’altro c’è una partecipazione di Enrico Montesano in un ruolo serissimo; la Ramazzotti bellissima e brava, però vorrei vederla uscire un po’ dal solito ruolo di sfigata e stressata, perché secondo me ha da dare al cinema italiano ancora di più. I dialoghi non sono così banali, la sceneggiatura è della stessa Francesca Archibugi, Francesco Piccolo e Paolo Virzì. Insomma per me Vivere è un film da sufficienza piena, che ho gustato in una serata di inizio autunno. Fammi sapere anche tu cosa ne pensi, il confronto è sempre costruttivo.