Il film che chiude il cerchio lasciato aperto quasi due anni fa con l’arrivo del remake di IT è finalmente nelle sale e dopo un solo giorno ha già infranto i record al botteghino
Dopo quasi due anni di attesa, arriva finalmente la degna conclusione di IT, arrivato nelle sale a Novembre 2017 in un remake ad opera di Andy Muschietti (La Madre) che ha terrorizzato milioni di persone e, con oltre 700 milioni di dollari di incasso è automaticamente diventato il film horror con il maggior incasso della storia superando, dopo ben 44 anni, gli incassi de L’esorcista. E a quanto pare, IT – Capitolo 2 sembra pronto a infrangere nuovamente il record. Uscito nelle sale il 5 Settembre, in Italia, il nuovo film ha già superato gli incassi del primo capitolo di ben oltre il doppio e se il trend rimane lo stesso, ci sono i presupposti per i quali il film, con protagonista il terrificante clown ballerino Pennywise, possa entro breve tempo superare la soglia fissata dalla prima parte solo due anni fa.
Derry, 2016. I membri del “Club dei Perdenti” si sono allontanati dalla cittadina maledetta e dopo 27 anni, sono totalmente dimentichi di quanto loro successo a causa di IT, un’entità malefica in grado di assumere le sembianze delle più profonde paure di chiunque e giunta in città con lo scopo di uccidere quanti più bambini possibili prima di tornare al suo lungo letargo. Uno di loro, Mike Hanlon, è però rimasto in città, e dopo alcuni orribili eventi, decide di chiamare tutti a rapporto per onorare un patto di sangue che da ragazzini si erano stretti. Se IT fosse tornato, si sarebbero ritrovati per ucciderlo definitivamente. E quindi Bill, Richie, Beverly, Eddie, Stan e Mike, tutti cresciuti, tutti con un lavoro e una famiglia (ma nessuno con figli) dovranno nuovamente affrontare le loro paure e i loro incubi peggiori per poter affrontare il terrore pure personificato in uno spaventoso clown. Ognuno dovrà ripercorrere i propri passi, alla scoperta della città e dei luoghi visitati quand’erano bambini che in un modo o nell’altro hanno scatenato l’incontro con la terrificante creatura e, allo stesso tempo, hanno creato un legame che già una volta ha consentito loro di sconfiggerla, ma non per sempre…
IT – Capitolo 2 è senza ombra di dubbio uno dei titoli più attesi dell’anno. Il primo episodio è riuscito ad attirare milioni di persone nelle sale cinematografiche. IT è stata di fatto la prima vera trasposizione cinematografica del romanzo per eccellenza del Re del Brivido Stephen King. La versione con Tim Curry del 1990 è infatti una miniserie TV, anch’essa, come il film, divisa in due parti, senza le quali sarebbe stato impossibile raccontare quasi tutti i fatti indicati nel romanzo di oltre 1300 pagine.
La prima parte è stata accolta positivamente da pubblico e critica ed è stata considerata uno dei migliori adattamenti da un romanzo di Stephen King, il quale è rimasto impressionato dalla qualità della pellicola e considerato che, nei confronti dei film tratti dai suoi lavori, spesso non le manda certo a dire (è cosa risaputa, ad esempio, che non ha mai apprezzato Shining ed è arrivato addirittura al litigio con Stanley Kubrick che lo ha diretto) direi che è un gran bel passo da gigante. Molti però hanno criticato la mancanza di alcuni importanti dettagli. Ebbene, se il romanzo è nettamente diviso in due parti, Andy Muschietti ha deciso di improntare uno stile meno distaccato, unendo di fatto le due parti temporali con l’uso di flashback che oltre a concorrere al filo narrativo, sono stati utili per inserire le parti mancanti lamentate dal pubblico. Inoltre, così facendo, si è potuto dare spazio agli interpreti del primo capitolo che con il suo stile “Goonies-like”, seppur decisamente più crudo, ha incantato moltissimi spettatori, travolti inevitabilmente dal sempre efficace “effetto nostalgia” che spesso permea le pellicole ambientate negli anni ’80 (è uno dei punti di forza, ad esempio, di serie TV come Stranger Things)
E soffermandoci sulle controparti adulte, direi che gli addetti al casting hanno fatto un grandioso lavoro per cercare attori che somigliassero in maniera incredibile ai giovani protagonisti della prima parte. Il cast vede protagonisti James McAvoy e Jessica Chastain (entrambi in Dark Phoenix), Jay Ryan (Beauty and the Beast), Bill Hader (Un Disastro di Ragazza), Isahia Mustafa (Shadowhunters) e James Ransone (Sinister) sono rispettivamente le versioni adulte di Bill (Jaeden Martell), Beverly (Sophia Lillis), Ben (Jeremy Ray Taylor), Richie (Finn Wolfhard), Mike (Chosen Jacobs) e Eddie (Jack Dylan Grazer). Non manca inoltre un cameo davvero interessante e inatteso che farà davvero felici i fan del racconto. L’intero cast si alterna sullo schermo grazie a dei flashback studiati per non “tagliare” mai la scena, ma per consentire sempre un filo narrativo lineare, continuo e pulito.
Il personaggio che più buca lo schermo, naturalmente è sempre Pennywise, interpretato da uno strepitoso Bill Skarsgård (presente anche in Castle Rock una serie TV prodotta da J. J. Abrams e ambientata nella fittizia cittadina dove sono ambientati molti romanzi di Stephen King e in cui si incrociano diversi personaggi tratti dagli stessi) che sembra trovarsi davvero a suo agio nei panni del clown ballerino e seppur molti dicano sia meno spaventoso della versione interpretata da Tim Curry nel ’90, risulta certamente più caratterizzato, grazie anche ad una massiccia dose di effetti visivi che rasentano l’incredibile. E poi c’è la paura stessa, che in questo film, come nel primo capitolo, diventa un vero e proprio personaggio, permeando l’intera pellicola di qualcosa di impalpabile, ma assolutamente presente e tangibile. Un’angoscia profonda che sembra non voler proprio andarsene. Quella paura che, nonostante abbiano completamente dimenticato i fatti di Derry, compreso il motivo per cui ognuno di loro ha una profonda cicatrice sulla mano, è rimasta attanagliata ai protagonisti durante la loro crescita. E così, Bill, diventato uno sceneggiatore di successo, non riesce però a scrivere storie dal lieto fine, a causa del suo legame con il fratellino Georgie, spezzato proprio dalla creatura demoniaca. Eddie e Beverly hanno di fatto sposato un alter-ego dei loro stessi rispettivi genitori, l’apprensiva Maya (interpretata da Molly Atkinson che interpreta anche il ruolo della madre di Eddie) il primo e il sadico Tom la seconda. E Stan, l’unico che sembra ricordare gli avvenimenti di Derry di quasi trent’anni prima, deciderà di agire in maniera totalmente inattesa, dopo essere stato chiamato da Mike.
Il film, vietato ai minori di 14 anni, nonostante i molteplici siparietti comici inscenati dai personaggi di Eddie e Richie, che aiutano a stemperare l’atmosfera, ce la mette davvero tutta per spaventare il pubblico, giocando molto con i jumpscare (avete presente quando qualcuno di cui non vi accorgete vi arriva alle spalle e vi urla “BUUU!”… ecco, quello è un jumpscare…) e soprattutto con il sangue. Il film contiene una delle scene più sanguinosa che sia ma stata pensata nella storia del cinema horror… e la mente, ovviamente torna a Carrie e a Shining dove le scene con il sangue la fanno da padrone. Svariati anche i molteplici mostri che riuscirebbero a spaventare anche il più coraggioso degli uomini, molti dei quali sono fedelmente ripresi dal romanzo da cui è tratto il film. E a proposito di romanzo: nel film si parla spesso dei finali di libri o film che non sono piaciuti al pubblico. Questo tipo di argomento, sembrerebbe essere una sorta di astuta autocritica di Stephen King proprio nei confronti di alcuni suoi romanzi (tra cui proprio It, ma anche Shining o il più recente The Dome) che il pubblico ha davvero amato, ma dei quali spesso si critica il finale.
Anche la parte tecnica, risulta accurata. A cura di Checco Varese, che prende il testimone da Chung-hoon Chung che ha lavorato al primo capitolo, la fotografia, cupa e grigia , contraddistingue i “Perdenti” del presente e si alterna ad immagini brillanti e colorate che fanno da sfondo ai flashback dell’estate dell’89. Gli effetti visivi sono studiati alla perfezione, in particolar modo i mostri che perseguitano i protagonisti, sono incredibilmente dettagliati e davvero fedeli a quanto indicato nel romanzo. Altro ruolo cruciale lo gioca la colonna sonora, a cura di Benjamin Wallfisch che già ha lavorato al primo capitolo. La colonna sonora, relegata a sottofondo nella prima parte, diventa una dei protagonisti, sottolineando con delle parti corali davvero intense, i momenti clou del film.
Tirando le somme, IT piacerà sicuramente ai fan di Stephen King, a chi ha amato la versione per la TV degli anni ’90 e anche a chi ne è rimasto terrorizzato e vuole sfidare se stesso provando a guardare la nuova versione messa in piedi da Muschietti. Magari assieme agli amici, perchè se c’è una cosa che IT ci vuole insegnare è che affrontare le proprie paure è giusto, ma solamente quando si è tutti uniti si avrà la certezza di riuscire a sconfiggerle.
…Alcune scene ridicole sembrava di vedere una serie di clip di altri film, (La statua gigante della piazza presa da Toy Story, lui che scende con i palloncini dalla statua sembrava di assistere a Mary Poppins, i perdenti in bici sembrava di vedere E.T, la vecchietta nella casa direttamente da Rec2. ). Per non parlare delle battute dei perdenti da adulti fuori luogo e prese da “Una notte da leoni”. La gente in sala rideva, (…). Ah, poi vogliamo parlare di Henry in manicomio dove all’uscita del manicomio lo aspettava in macchina uno Zombi ??? Ahahah. Il film fa ridere, peccato, il primo si era rivelato molto angosciante e pieno di paura, il secondo una caricatura mal riuscita del primo IT. Una delusione.
Grazie Eli Web, accettiamo la tua opinione. Sono certo che il film non può essere piaciuto a tutti, anche se all’uscita dalla sala, la maggior parte dei commenti da parte del pubblico erano davvero positivi.
Sono d’accordo con te sui siparietti comici di Eddie e Richie. Si sono rivelati utili per allentare la tensione, ma forse avrebbero potuto inserire meno gag.
Per tutto il resto, il regista si è limitato a seguire il romanzo. La statua, i protagonisti in bici, la vecchietta… tutto più o meno come nel libro.
Se certamente alcune scene potevano essere fatte meglio, anche dovessi rivedere il mio giudizio, di certo comunque non riuscirei a dargli solo una stella, fosse solo per la fedeltà al romanzo.
In ogni caso, ti ringraziamo per aver condiviso la tua opinione.