Presentata la lista dei film in gara. Annunciata la visione dell’ultimo lavoro di Orson Welles
Anche quest’anno, sono molte le pellicole interessanti che si contenderanno il Leone d’oro al Festival del cinema di Venezia, dal 29 agosto all’8 settembre, ed alcune fanno parlare di sé già da molto tempo. Come “First man” con Ryan Gosling, del già premio Oscar per la regia Damien Chazelle con “La La Land“, il più giovane nella storia del premio ad averlo vinto, la biografia di Neil Amstrong, ritratta nel suo momento più importante, non solo per lui ma per tutto il genere umano, il primo passo sulla superficie della luna. Inizialmente pensata per una serie tv di sei puntate per Netflix, “The ballad of Busters Scruggs” dei fratelli Coen, con Tim Blake Nelson e James Franco, è invece diventato un film, che racconta le storie di sei stravaganti protagonisti. Un cowboy canterino, un ladro di banche poco capace, un attore e un impresario di una compagnia teatrale, un cercatore d’oro truffato, una donna che insegue dei mandriani e cinque passeggeri di una diligenza, il tutto, naturalmente, ambientato nel selvaggio e polveroso west. Le polemiche dell’ultimo Festival di Cannes, avevano anche riguardato alcuni cambiamenti nel regolamento, che escludeva le pellicole uscite in digitale senza passare per le sale cinematografiche, così Netflix decise di non portare nessun film a Cannes, tra cui “Roma“, di Alfonso Cuaròn, ambientato a Città del Messico negli anni 70, ora in concorso a Venezia.
“Suspiria” di Luca Guadagnino, remake del omonimo film di Dario Argento, con Dakota Johnson e Tilda Swinton, “Capri-revolution” di Mario Martone, e “You gonna do when the world’s on fire?” film documentario di Roberto Minervini sul razzismo e i vari modi di affrontarlo da parte di un gruppo eterogeneo di afroamericani che vivono negli Stati Uniti. Gli altri film in concorso sono: lo storico di Mike Leigh, sul massacro di Peterloo, Olivier Assayas con “Double Vies”, Yorgos Lanthimos“The Favourite”, “The Mountain” di Rick Alverson. E ancora “The Sister Brothers” di Jacques Audiard, “Vox Lux” di Brady Corbet, “22 July” di Paul Greengrass, “Werk Ohne Autor” di Florian Henckel von Donnersmarck, “The Nightingale” di Jennifer Kent (unica regista donna a partecipare la concorso), “Sunset” di Laszlo Nemes, “Freres Ennemis” di David Oelhoffen, “Nuestro Tiempo” di Carlos Reygadas, “At Eternity’s Gate” di Julian Schnabel, “Acusada” di Gonzalo Tobal e “Killing” di Shinya Tsukamoto.
“A star is born“ con Lady Gaga e Bradley Cooper, “La profezia dell’armadillo” tratto dai disegni di Zerocalcare, “L’amica geniale”, dal romanzo di Elena Ferrante, e “Le villeggianti” di Valeria Bruni Tedeschi. Nella sezione emergenti, “Sulla pelle“, di Alessio Cremonini, il racconto delle ultime travagliate ore vissute da Stefano Cucchi, interpretato da Alessandro Borghi. Il leone d’oro alla carriera andrà a Vanessa Redgrave e al regista David Cronenberg.
“The other side of the wind” l’ultimo lavoro di Orson Welles
Sarà presentato a Venezia, dopo 33 anni dalla morte, avvenuta il 10 ottobre 1985, l’ultimo lavoro che Orson Welles, attore, regista, drammaturgo e sceneggiatore americano, non riuscì a terminare. In accordo con la famiglia e di Peter Bodganovich, regista e attore, a cui il celebre autore affidò il compito di terminare la pellicola, Netflix ha completato il lavoro, presentandolo in anteprima durante il festival veneziano di quest’anno. Tra gli attori, John Houston, Susan Strasberg, Peter Bodganovich, Joseph McBride e Oja Kodar, compagna nella vita di Welles. Il film cominciò le riprese nel 1970, ma nel 1976 si interruppe per mancanza di fondi, anche se il girato era completo, Welles montò solo 45 minuti di pellicola. Dopo la morte del regista, tutto il materiale rimase a Parigi, bloccato in un deposito a causa di una battaglia legale tra i figli di Welles e la Kodar, che si contendevano i diritti d’autore. Nel 2014 il regista Bodganovich propone di completare “The other side of the wind“, per presentarlo l’anno successivo a Cannes, in occasione del centenario della nascita del regista, avvenuta il 6 maggio 1915, ma dovette arrivare Netflix nel 2017, e tutta la sua capacità di investimenti monetari anche onerosi, per vedere finalmente completata questa pellicola. Nel film, si racconta l’ultima notte di Jake Hannafort, regista ormai anziano e alla fine della carriera, mentre gira un film scadente, di basso costo, pieno di corpi nudi, e inaspettatamente si innamora del protagonista, anche se per tutta la vita è stato eterosessuale. Secondo McBride, uno dei protagonisti,
” Il film, mentre affronta la tematica dell’omosessualità cerca anche di spiegare la visione di Welles nei riguardi del rapporto tra attore e regista, ossia tra “uomo” e “Dio”. Una meditazione sull’arte e il mestiere del cinema”.
Peccato non essere tra i fortunati spettatori di questo 75esimo Festival del Cinema di Venezia, con pellicole di pregio e anteprime d’eccezione. Sarà arduo indovinare quale pellicola o quale attore vincerà il Leone d’oro. Voi per chi tifate? Scrivetelo nei commenti, la pellicola che avrà riscosso più successo tra voi lettori, diventerà l’argomento di un articolo approfondito su Icrewplay.