Molti sono i film che nel 2018 compiono 50 anni. Quello però che tra tutti ha avuto la maggior importanza e che ha influenzato non solo il cinema, ma anche la cultura in generale è sicuramente 2001: Odissea nello spazio
2001: Odissea nello spazio prende spunto dal racconto La sentinella di Arthur Clarke, che scrisse anche il soggetto del film e ne curò la sceneggiatura assieme al regista Stanley Kubrik.
C’è una freddura che circola nel mondo del cinema, ossia che da un bel romanzo non potrà mai venir fuori un bel film. Un’altra celebre battuta su teatro e opere letterarie è di Bertold Brecht che, parlando delle opere di Shakespeare, soleva dire: “Sono troppo belle da leggere per venir bene a teatro.” Ciò significa che La sentinella deve essere stato uno dei racconti più brutti mai pubblicati, ma ad Arthur Clarke vogliamo bene lo stesso, perché senza di lui 2001 non ci sarebbe stato.
Dire che 2001 è un film di fantascienza è riduttivo
È un film sull’origine dell’umanità e sulla natura stessa dell’uomo, sul ruolo e sui confini della scienza, sulle infinite possibilità e sui limiti della conoscenza umana. È talmente tante cose che solo rivedendolo più volte si riesce a farsene un’idea soddisfacente.
Anche la colonna sonora è diventata un mito
Le note di Così parlò Zarathustra di Richard Strauss, in corrispondenza dei punti di svolta della storia, sono impresse indelebilmente nella mente di chiunque abbia visto il film almeno una volta (e quasi nessuno l’ha visto una volta sola). Quando si ascolta il Danubio blu di Johan Strauss chi è che non pensa alle scene prive di gravità di 2001? Tanto che quando viene suonato al concerto di capodanno a Vienna, sembra che ci sia qualcosa di incoerente nel vedere volteggiare le coppie nel valzer senza nessuna astronave nel mezzo.
A proposito della colonna sonora: pare che Alex North, il musicista al quale era stata commissionata, si accorse solo alla prima del film, a Londra, che del suo lavoro non era stata utilizzata un’unica nota.
Il film è diviso abbastanza nettamente in quattro parti
L’alba dell’uomo. Una tribù di scimmioni entra in contatto con un grosso monolite nero e impara a maneggiare gli oggetti come utensili e, soprattutto, come armi.
TMA-1. Nella base lunare nordamericana viene ritrovato lo stesso monolite nero che sembra sepolto da milioni di anni e che, alla sua congiunzione col Sole, comincia a emettere un segnale radio in direzione di Giove.
Missione Giove che si svolge, finalmente, nel 2001. Cinque astronauti, di cui tre ibernati, viaggiano verso Giove sull’astronave Discovery One, completamente controllata dal computer HAL 9000, in grado di riprodurre perfettamente tutte le attività di una mente umana, ovviamente in maniera enormemente più efficiente e rapida. HAL (che sono le tre lettere che precedono I B M) durante il viaggio diventa paranoico, uccide i tre astronauti ibernati e uno dei due dell’equipaggio. Così al comandante dell’astronave, David Bowman, non resta che disattivarlo.
Giove e oltre l’infinito. Infine Bowman orbita attorno a Giove e, assieme a lui, orbita il solito monolite nero. Il comandante prova a uscire e viene inghiottito dal monolite e, dopo un viaggio a velocità indicibili – sottolineato dalla musica di György Ligeti – si trova in una stanza stile impero. Bowman si vede invecchiare fino a quando, giunto al limite estremo della vecchiaia, dal letto di morte cerca di toccare l’ormai familiare monolite e si trova a rinascere come un enorme feto cosmico. Le note di Così parlò Zarathustra lasciano supporre che sia rinato in forma di Übermensch, tradotto dannuzianamente “Superuomo” nel libro di Nietsche, anche se una traduzione corretta sarebbe “Oltreuomo”.
A chi interessasse sapere come è stato girato 2001, può vedere le foto scattate sul set: 100 foto dal set di 2001: Odissea nello spazio
Il significato del film
Cosa significasse 2001 è stata una delle questioni più dibattute degli ultimi cinquant’anni e forse è bene che si rimanga sempre senza un’opinione univoca.
Molto più importanti sono le suggestioni che ha lasciato nella cultura e nella vita di ognuno di noi. Come anche chi non ha mai letto Freud ormai ha un’idea abbastanza precisa di cosa sia la psiche, anche chi non ha visto 2001 ha un concetto di evoluzione, di intelligenza artificiale, di futuro fortemente influenzati dal film di Kubrik. “Siamo nani seduti sulle spalle di giganti” diceva Bernardo di Chartres. Innumerevoli sono le cose che non ci sarebbero mai state senza 2001. Giusto per dirne una, non ci sarebbe mai stata Space Oddity di David Bowie, che uscì l’anno dopo e che Bowie ha sempre affermato essere stata ispirata dal film e non dall’impresa dell’Apollo 11. Anche perché uscì prima del primo allunaggio. Infinite sono le citazioni, cinematografiche e non, del capolavoro di Kubrik.
Sicuramente sono stati fatti film più belli, ma nessuno che abbia mai segnato l’immaginario come 2001: Odissea nello spazio.
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