E’ arrivato il momento di parlare di un altro gigante delle serie TV, dopo Mad Men ti porterò nei meandri di Breaking bad, il capolavoro di Vince Gilligan che ha vinto fin dal debutto innumerevoli Emmy Award e tanti altri premi tra cui Golden Globe e Screen Actors.
Innanzitutto, ti aiuto a entrare nella giusta atmosfera con la sigla che in questa serie si presenta semplice, pulita, senza troppe sfarzosità (praticamente in netto contrasto con i personaggi).
Breaking bad – Gilligan e l’idea brillante
Il padre di Breaking bad è uno ed uno solo: Vincent Gilligan. Prima di iniziare la sceneggiatura di questa nuova serie, egli aveva scritturato alcune stagioni di X-Files, ma aveva intenzione di creare qualcosa in cui il personaggio principale diventasse un antagonista non solo nella trama, ma anche per il pubblico. Intento, quest’ultimo, che stento a dire sia stato raggiunto, ma te ne parlerò più avanti.
Ha inizio così la scelta del cast: Bryan Cranston, il nostro Walter White, aveva già lavorato in X-Files con Gilligan e venne scelto senza troppe esitazioni per il ruolo principale; poi avremo un giovane Aaron Paul per il ruolo di Jesse Pinkman: nasce così “la strana coppia”. Anna Gunn ricopre il ruolo di Skyler White, moglie di Walter, poi abbiamo l’agente della DIA Hank Schrader interpretato da Dean Norris sposato con Marie Schrader (Betsy Brandt), mentre RJ Mitte è Walter White Jr. Conosceremo questi personaggi dalle prime puntate, ma nel corso delle stagioni avremo Giancarlo Esposito nel maestoso ruolo di Gustavo Fring, Bob Odenkirk come Saul Goodman e Jonathan Banks nei panni di Mike Ehrmantraut.
Nel 2008 esce la prima stagione con 7 episodi; nella seconda, terza e quarta invece ci saranno 13 episodi, mentre la quinta ed ultima si prolungherà con 16 episodi.
Breaking bad – La storia e i personaggi
Un eccellente professore di chimica, un marito premuroso e un padre attento con un buonsenso ed un’etica smisurati: cosa succede ad una persona del genere quando scopre di avere un cancro ai polmoni? Beh, esulandomi dalla serie, io avrei risposto “mah poveretto, credo sfrutterà tutto il tempo per stare con la famiglia e minimizzare il peso della situazione”. Certo, effettivamente era questo l’intento di Walter White inizialmente, ma c’era una variabile che lo tormentava di continuo: cosa lascerò a mia moglie che aspetta il secondo figlio e ai miei figli? Ed è qui che hanno inizio le danze, Walter aveva paura di lasciare la sua famiglia nella miseria ed era consapevole che l’unica cosa in cui si mostrava completamente imbattibile era la chimica, ma come utilizzarla per guadagnare una mole esorbitante di denaro prima della morte? Bene, nel famoso bivio tra la strada lunga e tortuosa che ti porta alla felicità e quella breve e semplice che potrebbe mandarti in rovina, ovviamente il nostro personaggio sceglie la seconda: quale migliore modo di accomunare chimica e soldi se non quello di sintetizzare e vendere droga?
E’ così che quest’idea si insidia in Walt, però c’è un problema: poteva sintetizzare milioni di chili di droga, ma in che modo poi distribuirla? Lui era un rispettabile e anche abbastanza timido professore, aveva bisogno di qualcuno che lo supportasse. La soluzione gli viene incontro quando partecipa insieme a suo cognato Hank all’arresto di alcuni giovani che si sospettava fossero spacciatori; è in quel momento che Walter agguanta la preda: il suo ex allievo del liceo, Jesse che, mentre Hank fa irruzione nel luogo di perlustrazione, era nel bel mezzo di un amplesso e scappa dalla finestra. Chiaro che Pinkman resterà interdetto dopo la proposta indecente del suo vecchio professore, infatti gli crederà solo quando assaggerà la metanfetamina sintetizzata da Walt. Un altro problema che sorge per questa discutibile collaborazione: dove cucinare in santa pace? E qui entra in scena un altro grande elemento della serie: il leggendario camper.
Basta questa immagine a caratterizzare e racchiudere tutto quello che è questa serie, ma non sarò così riduttiva!
Bene, il luogo c’è, il cuoco e lo spacciatore anche, non resta che dare il via alle danze. E… Skyler? La moglie di Walter come avrebbe interpretato le lunghe nottate di Walter passate fuori dal momento che per cucinare una partita di droga occorreva più di un’intera giornata?
Ha inizio quindi uno dei fattori alpha della storia, il bilanciamento tra l’esperienza nuova, sconosciuta ed illegale di Walter e la sua tradizionale ed amata famiglia. Certo è che non ci sarà mai un peso netto, ma un tentativo da parte del protagonista di tenere unite le due situazioni, anche perché per molto tempo Skyler sarà all’oscuro dell’attività del marito fino alla terza stagione, in cui poi sceglierà a sua volta di mantenere il silenzio per non distruggere il suo piccolo nucleo familiare, i rapporti con Hank e sua moglie. Questo le costerà litigi, solitudine, depressione ed esaurimento nervoso fino al tentato suicidio (e probabilmente le è costato anche l’odio da parte di tutti i fan che, quando tradirà suo marito con il suo titolare di lavoro, scatenerà la rabbia di tutti i sostenitori di Walter).
Walter White – I am the danger
I coniugi White sono protagonisti di continui litigi a causa del mistero in cui ad un certo punto verrà avvolto Walter e la conseguente intolleranza di Skyler di subire i repentini cambiamenti che colpiranno la sua famiglia. Durante un’ennesima discussione, Walter farà alcune affermazioni entrate nella storia per quello che hanno significano nell’evoluzione del personaggio, in seguito riporto la scena (in lingua originale):
“I am the danger” e “I am the one who knocks” sono diventate così famose da essere riportate di continuo anche nel merchandising della serie, un po’ come Los pollos hermanos di Gus Fring.
E in effetti Walter è davvero il pericolo, una bomba di quelle che fanno fuori una nazione intera, ha in sé un innesto parassitario devastante, sarà in grado di distruggere tutto quello che ha attorno a lui. Ad effetto domino fa cedere gli aspetti saldi della sua vita. La prima ad avere questo butterfly effect sarà proprio Skyler, lei imploderà giorno dopo giorno, cercherà di non dare nell’occhio, di essere una moglie e una madre perfetta; ma vedremo uno scatenarsi della sua rabbia che farà trasalire anche Walter, almeno per i primi tempi, poi la compassione finirà. Il secondo bersaglio non è Walter Jr, che quasi fino alla fine sarà nella “bolla”, ma lo sventurato Jesse che si troverà in un tornado di eventi che lo porteranno a non sapere chi è per una causa che, in fondo, non gli appartiene.
L’evoluzione dell’antieroe più celebre delle serie TV non rappresenta tanto la linea sottile tra il bene e il male, ma la pericolosa consapevolezza di fare del bene mentre si sta invece facendo terra bruciata. Dalla mitezza al delirio passano ben 6 stagioni, ma noi perdoneremo sempre Walter, anche quando avvelenerà un povero bambino o lascerà morire l’amore della vita di Jesse.
Breaking bad – Stile
Breaking bad ha dei personaggi che la rendono grandiosa, certo, ma a completare il cerchio c’è una sceneggiatura precisa, tagliente, spesso anche spietata e ne abbiamo visto un esempio con il video precedentemente riportato.
La regia è un altro punto forte ed ha dei momenti altissimi, alcune sequenze sono strutturate come momenti chiave e restano impresse, quasi vogliono dirti “l’hai avvertito anche tu che tra poco ci sarà il delirio”. Come dimenticare, ad esempio, la scena in cui Walter se la ride restando nel sotterraneo quando scopre che Skyler ha sperperato i loro soldi per il suo amante?
Un altro picco si tocca senza dubbio nella scena della rapina al treno, chiaro riferimento al film del 1903 di Edwin S. Porter, in cui si ruba la metilammina, un elemento di fondamentale importanza per la sintesi della mentanfetamina che la rende blu e quindi unica al mondo.
Alcuni simboli, colori, citazioni sono poi entrati nell’immaginario collettivo, pensiamo al camper alle tute gialle di Walter e Jesse, l’attività di riciclaggio del denaro di Fring, i ristoranti Los pollos hermanos oppure l’occhio che si stacca dal pupazzo nel disastro aereo.
In conclusione, mi piace sempre dire che in Breaking bad “ogni cosa ha il suo tempo” perché è girata talmente bene che Gilligan non sente l’esigenza di correre e giungere a conclusioni affrettate nemmeno quando si tratta dell’ultimo episodio, dove vediamo tempi molto dilatati, protagonisti che non sembrano avviarsi verso l’epilogo di un’era; questa è una della cose che ho più apprezzato in assoluto. Come dimenticare Jesse che sfugge alla sua schiavitù piangendo ed urlando mentre guida l’auto?
Inoltre è proprio da questi ultimi di avvenimenti di Felina, titolo dell’episodio conclusivo, che parte l’inizio di El Camino, il film uscito lo scorso anno incentrato sulla ripresa psicologica di Jesse.
Un altro spin-off degno di nota è anche Better Call Saul, creato sempre da Gilligan, che spiega la nascita e lo sviluppo del corrotto avvocato di Walter.