All’ultima edizione degli Oscar il premio Irving G. Thalberg, che viene assegnato periodicamente ai “produttori creativi”, è andato a Barbara Broccoli e al fratellastro Michael J Wilson, figlia e figliastro dello storico produttore dei film di 007 Albert “Cubby” Broccoli, sei minuti di cerimonia dedicata ai due rallegrata da un balletto con diversi James Bond, rappresentazione alla quale in molti hanno storto il naso, soprattutto perché ormai da ora i due fratellastri non avranno più l’ultima parola sui film del franchise di 007, diventato di proprietà Amazon.
Pur rimanendo come co proprietari, Barbara e Michael non avranno più voce in capitolo per tutto quello che riguarderà un eventuale film su 007, controllo che la famiglia deteneva fin dal prima pellicola della saga. Già nel 2022, dopo l’acquisto da parte di Amazon del catalogo MGM, la famiglia Broccoli aveva perso il 50% del controllo del franchise, anche se i rapporti tra il colosso di Bezos e Barbara Broccoli non erano mai stati dei migliori.

Secondo quanto riferito da alcuni quotidiani USA, i litigi sarebbero iniziati con la scelta dell’attore, il quale deve essere un personaggio già celebre, mentre per i Broccoli dovrebbe essere un attore meno conosciuto, come lo era Daniel Craig quando uscì il primo capitolo della pentalogia che lo vide protagonista; inoltre, Barbara si sarebbe ostinatamente opposta alla produzione di uno spinoff con protagonista un 007 donna e una serie, oltre definire i dirigenti Amazon dei “foXXXti idioti”.
Ma ormai, Amazon ha in mano tutte le carte e potrebbe creare infiniti prodotti tratti da James Bond, i rumors parlano già di una serie con protagonista la storica segretaria di M Moneypenny o sulla vita di un giovane Blofeld, ma chissà cos’altro ci sorprenderà nei prossimi anni, resta il fatto che, dopo l’uscita di No time to die nel 2021, un eventuale ventiseiesimo capitolo della saga si farà ancora attendere dai fan.
James Bond 007 e i Broccoli, un amore lungo 60 anni
Nel 1962 Albert Broccoli e Harry Saltzman fondano la casa di produzione cinematografica EON e, nel solito anno, esce al cinema il loro film Agente 007 Licenza di uccidere, (il primo in cui compare James Bond) interpretato da Sean Connery all’epoca quasi sconosciuto, pellicola a basso budget ma che conquistò il pubblico. Per la prima volta, gli spettatori videro la celebre sequenza gunbarrell (la canna della pistola in cui compare l’agente segreto) e lo stile dei titoli di testa, particolarità che accompagneranno tutti i film di Bond.
Broccoli e Salztman cavalcarono il successo riscosso da Bond produssero un film sull’affascinante agente quasi ogni anno: Dalla Russia con amore (1963), Missione Goldfinger (1964), Thunderball Operazione Tuono (1965) e Si vive solo due volte (1967), tutti con Sean Connery protagonista il quale, però, nel 67 annuncia che non avrebbe più interpretato 007.
Seppur inizialmente considerato quasi un flop ma rivalutato negli anni successivi, nel 1969 esce Al servizio segreto di Sua Maestà in cui compare, prima e unica volta, George Lazenby di professione modello, nei panni di Bond, anche se il suo nome nella locandina fu “sminuito” forse per “imbrogliare” gli spettatori, nell’unico film in cui vediamo la celebre moglie, poi deceduta, di James, Tracy interpretata da Diana Rigg e che vede come antagonista Telly Savalas.
Per via di forti contrasti con il regista Peter Hunt, Lazenby decise di lasciare il personaggio di Bond e, nel 1971 torna Sean Connery con Una cascata di diamanti mentre nel 1973 arriva lo 007 che forse più di tutti ha saputo donare quell’ironia e quel fascino britannico all’agente segreto più famoso del mondo, Roger Moore che interpreterà Bond in Vivi e lascia morire, L’uomo dalla pistola d’oro (1974), La spia che mi amava (1977), Moonraker Operazione spazio (1979), Solo per i tuoi occhi (1981), Octopussy Operazione piovra (1983) e Bersaglio mobile (1985).
Ormai Moore è un uomo di circa sessanta anni e quindi il testimone passa a Timothy Dalton nei due film Zona pericolo (1987) e Vendetta privata (1989), poi arriva il bellissimo e seducente Pierce Brosnam, che sarà Bond per tutti gli anni 90: GoldenEye (1995), Il mondo non muore mai (1997), Il mondo non basta (1999) e La morte può attendere (2002).
Ma gli anni 90 si portano via anche Albert Broccoli, che muore a 87 anni nella sua casa a Beverly Hills, raccomandando ai figli: “Non lasciate che nessun altro rovini tutto. Potete rovinare tutto se volete, ma non lasciate che siano gli altri a rovinarlo”… visto che ormai 007 è stato venduto ad Amazon, c’è da sperare che il nome di James Bond non sarà davvero rovinato con produzioni discutibili, staremo a vedere.